mercoledì 22 ottobre 2008

Fantasmi di spiaggia...

Aveva trovato posto all' ostello per una sola notte, così che, la mattina successiva, fece su lo zaino ed uscì per dirigersi alla stazione. Cercava, mentalmente, di ricordare se era già passato dalle strade che stava percorrendo, ma niente gli era familiare. La fame si fece sentire violenta come un pugno nello stomaco e, arrivato alla prima pasticceria, entrò e si sedette ordinando due paste con la marmellata ed un caffè. Si stava sedendo quando, con la coda dell' occhio, vide Jenny passare davanti alla vetrina. Appoggiò frettolosamente il tutto sul tavolo, uscì sulla strada e la chiamò. Lei girando la testa lo vide ed un sorriso le si stampò sulla sua bocca. Attraversò la strada e, raggiuntolo, gli dette un bacio sulla guancia dicendo: “Ciao straniero sei ancora qui?”.“Entriamo!” disse lui, “Ti offro la colazione!”.
Sedettero l’uno di fronte all’altro e lei, preso uno dei suoi dolci, iniziò amangiarlo guardando Jess fisso negli occhi. Gli chiese dove fosse finito e lui, anziché risponderle, si allungò attraverso il piccolo tavolino e, presa la sua testa fra le mani, la baciò sulla bocca. La marmellata della pasta che Jenny stava mangiando gli si attaccò a baffi e barba ed una signora che assistette alla scena si mise a ridere vedendo quel colorato disastro sul viso di Jess. Anche Jenny prese a ridere e la sua risata contagiò anche lui. “ Sei più raggiante del solito!” le disse Jess.
“Che cosa stai facendo da queste parti?” replicò lei. Poi sorridendo…”Vieni a dormire da me stanotte?”. “Sì, penso di sì!” rispose lui. “Avevo intenzione di raggiungere la stazione quando ti ho vista. Non ho resistito e ti ho chiamata ed adesso…adesso non ho più voglia di partire!”. “Bene!” disse lei baciandolo sulla guancia. Si alzò e, ancora una volta, scappò via dicenogli che doveva ritornare al lavoro. “Ciao…” fece lui, ma Jenny non lo udì. Era ormai già scomparsa in mezzo alla folla. Pagò il conto e stava per uscire quando, la signora della pasticceria, gli disse:“Mi scusi Signore, ma credo che dovrebbe vedere la sua guancia!”. Lui si girò verso lo specchio e si rese conto di avere il profilo delle labbra di Jenny stampato sul lato destro del viso. “Grazie Signora! Non le pare che sia molto bello?! Lo terrò fino a questa sera!” ed uscì ridendo dal locale.

edito da: anonimo

lunedì 13 ottobre 2008

Fantasmi di spiaggia...

L’ambiente ovattato della sala ed il luccichio di leds e microfoni le fecero venire i lucciconi agli occhi. Era così emozionata… trovarsi lì e poter incominciare a credere davvero al suo sogno…
Sean le prese lo spartito dalle mani e lo consegnò ad un altro che si trovava al di là della barriera costituita da una complicatissima consolle. L’uomo lesse attentamente lo spartito e cominciò a suonarla sulla tastiera. Mad tratteneva il fiato mentre cercava di capire dall’espressione dei due, se la sua musica aveva chance di essere capita ed apprezzata o meno. Sean e l’altro si guardarono l’un l’altro mentre ritmicamente si muovevano al ritmo delle note, poi, guardando nella sua direzione alzarono il pollice in segno di assenso. Mad sentì la tensione sciogliersi in mille piccoli brividi ed un urlo di gioia le sgorgò dalla gola. Sean le si avvicinò e le chiese: “Pronta Mad?? Pronta ad incidere il tuo pezzo?”. “Certo che sì!” rispose lei quasi gridando. Sedette su uno sgabello ed abbracciò la chitarra, ne respirò l’odore quasi a recuperare così l’essenza della musica e comincio a pizzicarne le corde. Quando fu pronta fece un cenno con la testa ai due ed appena la luce rossa di registrazione si accese, attaccò il suo pezzo. Alla prima la voce le mancò, così dovette ricominciare dall’inizio. Poi, quasi per incanto, tutti i pensieri svanirono e si sciolsero in quella melodia.
Uscì dallo studio giusto in tempo per raggiungere il parcheggio degli autobus da dove stava partendo il suo. Fece cenno all’autista che le riaprì la porta e salì a bordo.
Fece tutto il viaggio di ritorno stringendo tra le mani il nastro della registrazione. Si trattava ovviamente della prima incisione alla quale sarebbe seguita la versione perfezionata dal tecnico di incisione, ma per lei, avere quel nastro tra le mani, era già una piccola vittoria. Come avrebbe desiderato farlo ascoltare a Jess, dividere con lui quella gioia ma….ma ormai Jess era fuori della sua vita e lei…lei doveva dimenticarlo.

giovedì 9 ottobre 2008

Fantasmi di spiaggia...

Per un attimo le girò la testa! Il caldo avvolgente dello studio, il colore rosso della moquette ed il suono che filtrava dalla sala di incisione, le dettero la sensazione di trovarsi dentro il fotogramma di un film. Le sembrò di essere un personaggio in bianco e nero finito casualmente dentro una pellicola a colori! Che ci faceva lei, Madleine, semplice ragazzotta di paese, lì? Ma i suoi pensieri e le sue titubanze sparirono all’istante quando, per un attimo, qualcuno aprì la porta dello studio ed il suono pieno, forte ed inebriante della musica riempì l’aria . Lei chiudendo gli occhi vi si abbandonò dimenticando ogni cosa ripetendo tra sè: " Oh se è bella la musica!"
Qualcuno pronunciò il suo nome riportandola improvvisamente al motivo per cui si trovava in quello studio.
“ Buongiorno Signorina Byrne!”. “Il mio nome è Sean Mahon e sono qui per aiutarla ad incidere il suo pezzo!”.
Mad non riusciva a pronunciare neanche una parola! Quell’uomo dinanzi a lei aveva qualcosa di particolare negli occhi; quasi che guardandola le trasmettesse il suo calore ed il suo energico ottimismo e lei se ne stesse lì ad aspettare che lui la sospingesse avanti nel corridoio come fosse un’alunna. E fu più o meno quello che accadde! Sean le si avvicinò e posandole una mano sulla spalla la condusse dentro la sala di incisione. Lei sgranò gli occhi quasi avesse visto Babbo Natale!

lunedì 6 ottobre 2008

Fantasmi di spiaggia...

Mad cercò di pensare velocemente a come rintracciarlo e raggiungerlo, ma non aveva idea del numero di autobus su cui Jess fosse salito. Sul momento il senso di frustrazione ebbe la meglio poi,
trasse un gran respiro, e si ripetè mentalmente che nessuno poteva interferire con il disegno Divino. Se era previsto che per loro e per il loro amore ci fosse ancora tempo, loro si sarebbero incontrati di nuovo a prescindere da tutto quanto. Tirò su il bavero del giacchetto ed attraversò la strada. Dopo pochi minuti l’autobus che la doveva condurre alla sala di incisione si fermò davanti a lei. Vi salì sopra concentrando di nuovo l’attenzione sui programmi che aveva in mente. Avrebbe inciso il suo pezzo, ne avrebbe fatte copie ed avrebbe cominciato ad inviarlo alle case di produzione e poi…poi sarebbe stato come Dio avrebbe voluto.
Per poco non rischiò di perdere la fermata in cui doveva scendere, tanto lo sballottolio dell’autobus l’aveva ipnotizzata. Scese in mezzo ad un gruppo di giovani e si lasciò trascinare senza opporre resistenza fino al bordo del marciapiedi. Finalmente riuscì a staccarsene ed a volgere lo sguardo intorno. Aveva smesso di piovere ed un pallido sole faceva capolino tra gli alti palazzi. “E’ come osservare il cielo dal fondo di una scatola!” pensò. Lei che era abituata a spazi aperti ed al sole che stendeva manti luminosi su di essi trovava strano osservarlo invece spezzettato tra i palazzi. Scrollò la testa come rimproverandosi di queste sue divagazioni e tornò ad osservare attentamente la via ed i palazzi che vi si affacciavano. Lo studio di incisione si trovava al n. 13 e lei per l’ennesima volta storse il naso a questa constatazione. Il 13 era un numero che lei temeva; quello che fin da bambina l’aveva sorpresa con accadimenti poco piacevoli ma, stavolta, quello era il numero che avrebbe dovuto cambiare la sua vita. Entrò nell’andito del palazzo e cominciò a salire le scale, raggiunse la
Porta dello studio d’incisione ed entrò.

Fantasmi di spiaggia...

Gironzolava senza meta per la città, nonostante la pioggia. Alzando gli occhi vide, al campanile della chiesa, che l'orologio segnava mezzogiorno. Fermatosi pensò sul da farsi e, guardando il portone della chiesa, vi si diresse . Mentre alcune signore ne stavano uscendo, lui entrò. Posò lo zaino a terra e si sedette su una delle ultime panche. Si rese conto di essere bagnato; la cosa non lo disturbava ma non poteva certo permettersi di ammalarsi.Prese lo zaino e si avviò verso quella che gli pareva la sacrestia. Fece per entrare chiedendo permesso quando, una voce dall' interno, gli disse di farsi avanti. Entrò e l’altro uomo, senza molti preamboli, gli chiese cosa stesse cercando. Lui, con la stessa franchezza, gli disse tutto d’un fiato:”Signore ho bisogno di un alloggio per questa notte, ho pochi soldi ed un lungo viaggio ancora da affrontare!”. Senza dire una parola l' uomo si voltò e su scrisse qualcosa su un pezzo di carta. Allungandoglielo gli disse che quello era il nome di un ostello, e gli dette le indicazioni per raggiungerne l'indirizzo. Poi aggiunse che non avrebbe potuto sbagliare perché, arrivato a destinazione, avrebbe visto un via vai di giovani. Alcuni che cercavano l' ostello ed altri che gravitavano nella zona poichè lì c' era una nota casa di incisione............

edito da: anonimo