venerdì 18 luglio 2008

See....

Ciao See,

non preoccuparti...anch'io sono un pò ferma. Andrò avanti nella storia e quando avrai voglia di intervenire lo farai!
Un bacione e buone....ferie???

mercoledì 9 luglio 2008

Fantasmi di spiaggia...

Dopo cena, Mad dette la buonanotte ai genitori e salì nella sua stanza. Si gettò sul letto mentre con lo sguardo osservava le conchiglie appoggiate sul tavolinetto lì accanto a lei. Per ognuna di esse esisteva una storia ed un ricordo legato a Jess ed a quei favolosi mesi trascorsi insieme a scorrazzare per i fondali. Prese tra le mani una conchiglia bianca striata di grigio e ne saggiò il lato dentellato sorridendo del solletico che questo le procurava al dito. Jess l’aveva usata un giorno in spiaggia. Tenendole ferma la schiena con il suo corpo, gliel’aveva passata avanti ed indietro sulla nuca e sul collo procurandole una serie ininterrotta di brividi ed a nulla erano valse le sue deboli proteste…. . Avevano riso come pazzi ogni volta che lui, strizzando gli occhi in tono minaccioso, se ne era armato per spaventarla. Oh Jess! Le mancava già adesso a poche ore dalla sua partenza, che sarebbe accaduto nel tempo? Avrebbe finito per dimenticarlo insieme ai bellissimi ricordi di quel tempo insieme…destinati a sbiadirsi nel trascorrere degli anni a venire? No! Non voleva che quel pezzo della sua vita potesse sparire dalla sua memoria…era stato il più bello…quello in cui si era sentita davvero felice! Girò lo sguardo intorno nella stanza poi l’attenzione le cadde sulla sacca scompostamente appoggiata alla parete. I fogli bianchi ne erano fuoriusciti…ne prese uno intonso tra le mani, afferrò la penna e cominciò a scrivere…

Cobh, 8th sept. 1978

Sweet Jess,
you are just left and i miss you a lot ….

Fantasmi di spiaggia...

Lui stava distrattamente leggendo una rivista sub mentre il dondolio dell' autobus lo stava pian piano facendo appisolare. Appoggiò la rivista sulle gambe e reclinò la testa verso il finestrino chiudendo gli occhi.Si rivide con Mady nella loro prima immersione, mano nella mano.Mentre la sognava un accenno di sorriso gli fece inarcare le labbra… lei continuava ad essere il suo sogno e sempre il suo punto di riferimento. Quando il bus frenò bruscamente lui risvegliandosi riaprì gli occhi proprio nell’istante in cui una ragazza, piuttosto vistosa, gli si stava sedendo accanto. Il bus ripartì, lui chiuse di nuovo gli occhi e si riappisolò. Un bel po’ di tempo dopo aprì gli occhi e quando lo fece notò la ragazza al suo fianco sbirciare la sua rivista. Senza rivolgerle parola le offrì il suo giornale perché potesse leggerlo e lei prese a sfogliarlo con curiosità. A quel punto fu lei a parlargli chiedendogli se era un sub. La sua risposta fu un si con la testa, non per mancanza di rispetto, ma perchè dopo la partenza dall’irlanda si sentiva stanco, sia fisicamente che mentalmente. Dopo un pò lei gli chiese di dove fosse e lui le rispose: “Italia.”Inaspettatamente la ragazza avvicinò la mano al collo di lui e prese ad accarezzare i due denti di squalo. Mentre li osservava gli disse che erano molto belli e che non ne aveva mai visti prima di allora. Fu tentato di raccontarle la solita litania sugli squali ed i mari tropicali che li ospitavano, ma si fermò quasi subito. Riflettè qualche istante poi le chiese bruscamente: “Hai un posto dove posso dormire? Non ho molti soldi con me ed il mio viaggio per arrivare a casa è molto lungo. Non ti darò fastidio… se tu potessi aiutarmi…”Lei lo guardò negli occhi e gli disse sorridendo: “Non so neanche il tuo nome…”, “Jess… Jess è il mio nome!” la interruppe lui.......

Edito da Anonimo

martedì 8 luglio 2008

Fantasmi di spiaggia...

Stava calando la sera e l’umidità saliva dal mare sfiorandole la pelle. Il brivido che la scosse la costrinse infine ad abbandonare la spiaggia e con essa tutte le sue riflessioni e ricordi. Risalì il dirupo con qualche difficoltà…si sentiva stanca quella sera e malinconica, ed i fogli bianchi che spuntavano dalla sua sacca, non facevano che accrescere il suo senso di solitudine. Se prima di conoscere Jess la sua musica bastava a farle compagnia adesso, invece, era proprio quest’ultima a fargliene sentire così tanto la mancanza. Non sapeva se il futuro avesse in serbo per loro qualche sorpresa, ma qualunque fosse stata la strada che il loro amore avrebbe preso, lei decise che ne avrebbe scritto, giorno dopo giorno, la storia. Giunta alla Blue-house rimase per qualche attimo lì immobile nel piccolo giardino ad ammirarla. La piccola porta bianca risaltava nel buio del crepuscolo ed i vasi di rose che ne decoravano i gradini, sembravano pomposi maggiordomi che accogliessero i visitatori con inutili inchini. La luce della lampada all’interno della cucina sembrava danzare del movimento che vi si svolgeva all’interno…boli d’ombra si allungavano a dismisura per poi ricomporsi nella loro forma tondeggiante… come ectoplasmi che tentassero infruttuosamente di materializzarsi. Sorrise Mad…sorrise tra sé per la magia che da sempre sembrava sprigionarsi da quella casa. Chissà se erano angeli o demoni i padroni di quello spazio o anime ribelli come lei, certo qualcosa di inspiegabile ne emanava. Chiunque vi passasse vicino ne rimaneva così tanto stregato che non poteva fare a meno di scuoterne il batacchio per farsi accogliere al suo interno. I suoi genitori si erano ormai abituati negli anni a quelle simpatiche invasioni e spesso nelle fredde serate invernali ne riparlavano davanti al fuoco snocciolando i nomi dei vari visitatori e ricordando gli aneddoti che da quelle visite erano nati. Mad scosse la testa e cominciò a salire i gradini. Non appena spinse la porta si senti avvolgere dal caldo confortante che sprigionava dalla cucina e dal profumo del cibo che borbottava sul fuoco. Si accorse di avere una fame tremenda e ricordò che per tutta la giornata non aveva mangiato. Si avvicinò a sua madre e lei girando lo sguardo la fissò negli occhi. Bastò quell’istante di profonda intimità ed intesa tra loro perché gli occhi di entrambe diventassero lucidi. Si abbracciarono e sua madre le sussurrò all’orecchio: “ Tornerà Mad…tornerà stanne certa!”. Poi, riprendendo il controllo, chiamò suo padre brontolando a voce alta al suo indirizzo come di consueto.

lunedì 7 luglio 2008

Fantasmi di spiaggia...

Mad seduta sullo spuntone di roccia osservava rapita l’immagine di quel tramonto. Il profilo delle rocce scure nell’ombra dei raggi che appena le sfioravano, dava un taglio particolare allo scenario.
Riusciva a distinguere, lontano all’orizzonte, l’albero nudo di vele di un’imbarcazione che pigramente si dondolava al largo, mentre il riflesso degli ultimi raggi di sole si calavano deboli sull’acqua attraversando quel velo grigio-rosa di cielo che baciava il mare.
Si costrinse a guardare la palla infuocata sino a quando, pur distogliendo lo sguardo, quell’immagine continuò a rimbalzare al di sotto delle sue palpebre chiuse.
Era sola quel giorno…per la prima volta sola da mesi! Jess le mancava, ma la sua partenza avvenuta solo qualche ora prima, non la rendeva triste. In qualche modo sentiva che qualcosa di lui era rimasto in lei, nel suo modo di vivere la vita e di respirarla a pieni polmoni. Le aveva lasciato i suoi sogni, le sue speranze ed il coraggio di affrontare ogni difficoltà pur di raggiungere ciò che desiderava. Adesso sapeva che il loro immergersi in quelle acque, giorno dopo giorno, non era stato solo un piacevole scorrere del tempo ma una sorta di allenamento alla vita. Si erano messi alla prova cercando di scoprire fino a che punto era ragionevole spingersi prima di rischiare di perdere tutto…la loro stessa vita. Mad rimase a lungo su quella spiaggia persa in queste riflessioni e nella quiete silenziosa si sentì felice di essere unica spettatrice di quel tramonto così bello dove, oltre allo sciacquio dell’acqua, poteva godere del canto delle rondini che le volavano intorno così tanto vicine da vederne il muso.
Il rosa del cielo era ormai virato al viola ed il sole era un globo fucsia mentre lentamente scompariva dietro la linea dell’orizzonte…Mad estrasse un foglio bianco dalla sua sacca, tracciò le righe del pentagramma e prese a gettarvi sopra le note che le danzavano nella mente…era la prima canzone che componeva per Jess. Ripetè nella mente il motivo togliendo una nota ed aggiungendone altre fino a quando, mentre la canticchiava tra sé, un riflesso del sole su qualcosa in acqua le ricordò la scatola. Nella confusione della notte prima se ne era dimenticata; era rimasto tutto quanto su quella spiaggetta all’interno della grotta… la scatola ed anche l’attrezzatura. Non aveva idea di come avrebbe fatto a recuperarle, non era così facile scendere quel canale da terra e risalirlo di nuovo con tutto quel peso…era troppo ripido. Pensare di immergersi dal mare, costeggiare la parete, risalirla, recuperare tutto ridiscendere in mare e risalire di nuovo dal lato esterno della grotta…sarebbe stata addirittura una follia...

mercoledì 2 luglio 2008

see....

Caro See,

non sono scappata!!! Ho già scritto il post, ma devo trascriverlo sul blog e....mi manca sempre il tempo; sai in questo momento non riesco a rinunciare ad un bel tuffo a fine giornata...sono certa che mi capisci:)) Perciò non ti perdere perchè non riuscirei ad andare avanti nel racconto senza di te.
Un bacione