giovedì 29 maggio 2008

Fantasmi di spiaggia....

Lui disse senza battere ciglio: "ok bimba! Una promessa è una promessa; ma dovrò almeno insegnarti quali sono i principi basilari che vanno rispettati ed ai quali dovrai attenerti senza nessun "ma". Solo così ti porterò con me!. Poi c'è da procurarsi l' attrezzatura, cosa non facile da queste parti." I giorni successivi furono di intenso lavoro e lui notò come Mady fosse attenta e assimilasse velocemente tutto quello che gli trasmetteva. Poi le fece fare un piccolo tuffo a 5 mt di profondità adoperando la sua attrezzatura dalla quale entrambi respiravano. Erano scesi senza mute e dopo pochi minuti erano fuori. La temperatura dell' acqua non permetteva di fare di più. Appena fuori Lei si avvinghiò a lui e gli disse che non si sarebbe mai aspettata una cosa cosi bella e lo baciò contenta come una bambina che ha appena ricevuto una caramella. Lui però le disse: "Ricorda Mady, il mare è bellissimo ma esige il massimo rispetto!"La ricerca della muta e dell' attrezzatura fu un calvario ma, alla fine di due giorni estenuanti, riuscirono a mettere su tutto il necessario. Lei, nel tornare verso casa, non stava più nella pelle e continuava a ripetergli: "Hey Jes domani mi porti in acqua?". Domanda alla quale lui rispondeva con un grugnito indecifrabile. Il giorno successivo il mare gli dette una mano; era abbastanza mosso e non gli passava neanche per l'anticamera del cervello di portarla in acqua in quelle condizioni. Così ripassarono ancora la parte teorica e la varie regole basilari. Lei lo faceva volentieri , ma spesso i suoi occhi scrutavano l' azzurro del mare. Poi, all' improvviso, gli saltò addosso e fecero l'amore...

martedì 27 maggio 2008

Fantasmi di spiaggia...

I giorni che seguirono furono per Mad talmente belli e ricchi di emozioni da desiderare che non finissero mai. Lei e Jess trascorrevano ore a parlare tra loro di sogni e progetti quasi quel tempo che era stato loro concesso fosse davvero infinito. Mad il giorno seguente all’incidente del padre aveva portato con sé la sua chitarra ed i suoi spartiti e, lì seduta a ridosso della roccia del vento, aveva improvvisato un piccolo concerto per lui. Jess era rimasto affascinato da quella musica che portava nella melodia i suoni di quella terra irlandese inframmezzati da altri stili musicali, e la rendevano davvero apprezzabile ed innovativa. Le disse sinceramente ciò che pensava. Avrebbe dovuto spostarsi da quel paese ignoto seppur bello e cercarsi provvisoriamente un lavoro in una grande città. Lì avrebbe potuto avere il tempo di guardarsi intorno e di far ascoltare la sua musica a case di produzione che potevano avere interesse nel farla pubblicare. Mad aveva una bella voce, ma per cantare i suoi pezzi e dare loro il giusto risalto, sarebbe stata necessaria una voce più particolare più importante. Ma nessun grande interprete si sarebbe mai spostato in quel posto remoto solo per ascoltare la sua musica. Lei sapeva che avrebbe dovuto trovare il coraggio di scegliere per sé la strada che più la poteva avvicinare a realizzare il suo sogno ma, adesso che era capitato quel guaio a suo padre, il momento era ulteriormente rimandato. Poi, la presenza di Jess, le riempiva talmente il cuore che la realizzazione del suo sogno era diventata meno assillante. Un giorno, mentre Jess stava indossando la sua attrezzatura per immergersi lei lo guardò con gli occhi lucidi di una nuova eccitazione e gli disse: “Jess adesso…adesso voglio scendere con te!” . Ci aveva pensato tante volte nei giorni precedenti, ma le era poi mancato il coraggio di affrontare quel buio sconosciuto che il mare rappresentava. C’era una cosa che desiderava fare da così tanto tempo…da quando era ancora bambina! Voleva entrare il quella grotta al limite della roccia del vento e risalirla, se era possibile farlo e scoprire se davvero finiva vicino a casa sua come narrava la leggenda popolare. Era una cosa sciocca da fare che non voleva confidargli. Temeva che l’avrebbe dissuasa dal farlo. Così gli disse solo che voleva nuotare con lui sott’acqua per sperimentare quella nuova emozione….

lunedì 26 maggio 2008

Fantasmi di spiaggia...

La sera lei lo andò a cercare e lo trovò buttato sul suo sacco a pelo con gli occhi chiusi. Gli si avvicinò e baciandolo disse : "Ciao amore mio!". Lui la strinse a sé e non disse una parola e, sempre ad occhi chiusi, si mise ad acarezzarle i capelli. Lei rimase lì, come un cucciolo, respirando a mala pena. "Cosa stai pensando?" riprovò e questa volta ebbe più successo. "Non troppo a dire la verità... a nulla" fu la sua risposta. "Questo non è il Jes che io conosco" pensò fra sé ma, come se lui le avesse letto nel pensiero; si girò e disse: "Come sta il Vecchio?" . "E' molto provato. Il dottore era ancora a casa, gli ha steccato il braccio rotto e domani pensa di spedirlo all' ospedale per tuttigli accertamenti del caso", "Allora è meno grave di quello che sembrava se passa la notte a casa!", disse lui e dopo un attimo la baciò dolcemente. Non aveva voglia di fare l' amore e lei lo intuì. Poi, con gli occhi bassi, gli chiese se la poteva portare sott' acqua e la risposta fu più che mai strana. "Senti Mady" le disse, "ma cosa erano tutti quei fogli che tenevi stretti a te quando ci siamo conosciuti ?" " Spartiti musicali che ho scritto io" disse lei tutta orgogliosa. Bene! Ti porterò sott' acqua dopo che mi avrai fatto ascoltare la tua musica......."

giovedì 22 maggio 2008

Fantasmi di spiaggia...

Riemerse consapevole di aver fatto una cazzata. Era riuscito a fare la deco esaurendo l'aria ma pensò che per Mady lo avrebbe rifatto. Si tolse la maschera e la vide che si agitava vicino allo scoglio. Gli stava indicando un punto ben preciso anche se non capiva quello che stava urlando a causa delle onde che si infrangevano contro gli scogli, si girò, e vide la figura che ondeggiava aggrappata alla meno peggio ad uno scoglio poco lontano. In men che non si dica si tolse l' attrezzatura sperando che la corrente la portasse sulla spiaggia, gonfiò il gav con quel poco fiato che gli era rimasto e si diresse verso quella figura. Arrivato a ridosso dello scoglio lo vide ormai per più di metà in acqua e notò la posizione innaturale che aveva. Gli disse di mollare la presa e di lasciarsi andare ma la paura lo faceva stare, con l' unica mano che riusciva a vedere, attanagliato alla pietra. Prese una decisione che sapeva essere dolorosa ma anche l' unica che poteva attuare in quel momento. Prese l' uomo da dietro la testa e gli passo un braccio sotto il mento mentre con l' altro lo colpì violentemente e automaticamente l' altro mollo la presa. Cominciò a ranquillizzarlo e a pinneggiare verso la spiaggia dove, ormai uno sparuto drappello di persone stava aspettando, ben sapendo che non sarebbe stato affatto facile. Nonostante tutto l' uomo cercava di tanto in tanto di divincolarsi con il pericolo di annegare. Mady nel frattempo stava ritornando anche lei verso la spiaggia. Dopo diversi interminabili minuti, che a lui erano sembrate ore, arrivarovo in acque basse e, lì, lo mollò. I paesani erano gia pronti ed afferrarono entrambi portandoli a riva. "Jes!" urlò Mady passandogli davanti. Lui riuscì a malapena a dire: "ok, ok!" e si buttò sulla sabbiarespirando a pieni polmoni.....
Mady e la madre stavano abbracciando e baciando il loro uomo e questo gli riempì il cuore di gioia. Pensò al" Grande Padre", così lui chiamava il mare, che aveva restituito, ancora una volta uno dei suoi figli, un pescatore,un uomo che aveva passato la sua vita in mare ma sempre amandolo e rispettandolo. Una smorfia, come un impercettibile sorriso, si stampò sulle sue labbra e mentre si stava alzando per togliersi la sua ingombrante armatura, un vecchio del paese con il volto scavato dal sale e dal tempo gli si avvicinò e guardandolo fisso negli occhi gli disse: "Bene ragazzo ora Lei è tua veramente!" e mentre tutti si allontanavano la vide. Aveva le lacrime agli occhi, ma questa volta erano lacrime di felicità.



Edito da Anonimo

mercoledì 21 maggio 2008

Fantasmi di spiaggia...

Mad si era rifugiata a ridosso della roccia del vento. Non aveva voglia di parlare con nessuno di quanto stava accadendo, né tantomeno di distrarre lo sguardo da quel punto di mare dove Jes si era immerso. Scrutava all’orizzonte il movimento dell’acqua, aspettando un segno qualsiasi che le rivelasse la presenza di suo padre. Pregava silenziosamente tra sé mentre, con le mani strinte sulle braccia, contrastava il freddo che trapassava quegli abiti leggeri e cercava di calmare il tremito interiore che le stringeva lo stomaco in una morsa. A tratti il soffio di vento che le mulinava intorno scompigliandole i capelli, le faceva salire alle narici l’odore di Jes rimasto impigliato tra di loro. Quell’odore, a lei adesso familiare, riusciva a calmarla quel tanto perché lei riprendesse a sperare di poter vedere tornare suo padre sano e salvo. Ma il tempo passava, inesorabile ed impietoso, senza che il mare restituisse tracce né di Jes, né di suo padre. L’ansia che la attanagliava divenne di minuto in minuto sempre più incontrollabilmente devastante da causarle, ad un certo punto, conati di vomito. Si piegò sulle ginocchia e si raccolse su sé stessa dondolando avanti indietro ed in un singhiozzo sfogò la sua sofferenza. Stava cercando di liberare gli occhi dai capelli e dalle lacrime a cui rimanevano incollati quando, a poche decine di metri dalla roccia del vento, vide un movimento nell’acqua. Si alzò in piedi di scatto e salì sopra lo scoglio per poter vedere meglio e…vide suo padre. Tra l’ansa di due spuntoni di roccia, suo padre, con un braccio si teneva allo scoglio mentre l’altro era abbandonato in una posizione innaturale…ma era vivo. Mad si girò intorno ma … era sola. Gli uomini che cercavano suo padre erano troppo lontani e lei temeva che da un momento all’altro suo padre potesse svenire e ricadere in acqua.

Fantasmi di spiaggia...

Mentre continuava a seguire il tramaglio abbassò lo sguardo e, al limite del blu, vide qualcosa. Un punto che a lui sembrava giallo ed un crampo allo stomaco lo face rallentere per qualche istante. Poi, fece un respiro profondo e continuò a pinneggiare uniformemente scendendo di qualche metro verso il fondo. Non avrebbe mai creduto di trovarsi in una situazione così e per di più sottacqua. Si avvicinò con la massima cautela guardando sempre il tramaglio ed i suoi strumenti. Era al limite ma era anche vicino a quello che cercava e che non avrebbe voluto trovare. A sette/otto metri di distanza dall'oggetto tirò un respiro di sollievo... la cosa nel tramaglio non poteva essere un uomo. Si avvicinò e vide che era solamente la giacca dell' incerata, la staccò e senza perdere un secondo iniziò la lenta risalita. Disse fra sé che almeno questo era, seppure piccolissimo, un buonsegno e pensò alle due donne alle quali avrebbe potuto dare ancora un pò di speranza. Mentre faceva queste riflessioni sentì che il respirare si faceva più difficoltoso guardò gli strumenti ancora una volta e si disse, per farsi coraggio: " anche questa volta hai aria sufficente!" ed iniziò la lunga deco a ridosso dello scoglio dove, la risacca, lo sballottava dolcemente. Si aggrappò ad una sporgenza e chiuse gli occhi e per qualche minuto si lasciò cullare non pensando che al ritmo del suo respiro.


Edito da Anonimo

martedì 20 maggio 2008

Fantasmi di spiaggia...

Ancor prima di raggiungere lo scoglio gli era venuto il fiatone. Pinneggiare in superficie con tutta l'attrezzatura non era il massimo... rallentò e cominciò a pensare. Sapeva che le speranze di trovare un uomo in mare erano un pò come cercare un' ago in un pagliaio e poi sapeva che poter rimanere a galla, per un pescatore vestito di incerata e stivali, era praticamente impossibile. Questo lo rendeva nervoso ma, nello stesso tempo, impaziente di scendere. Arrivò ad una decina di metri dallo scoglio e rilassatosi per qualche minuto si infilò il respiratore in bocca ed iniziò a scendere. Sapeva che il giallo dell' incerata lo avrebbe potuto notare da lontano, ma sperava anche che questo non accadesse. Scendendo cominciò a girare a largo intorno allo scoglio ma era distratto, pensava ancora a Mady ed a sua madre in lacrime. Si fermò cercando di concentrarsi su come agire mentre sentiva il rumore delle eliche delle barche che continuavano a girare cercando al di qua ed al di là dello scoglio. Non era molto profondo e avrebbe avuto una discreta autonomia, ma da solo avrebbe dovuto fare la massima attenzione. Vide il tramaglio e lo seguì verso il largo per un bel pezzo. Da sopra aveva una buona visione del fondale e mentre pinneggiava guardò automaticamente gli strumenti calcolando che poteva cercare per un ' altra decina di minuti. Poi, avrebbe dovuto risalire e fare la deco e continuò.......


Edito da Anonimo

Fantasmi di spiaggia...

Mad stringeva convulsamente la mano di lui mentre si avviavano attraverso il bosco per raggiungere la Blue-house. L’idea di scontrarsi con suo padre, di nuovo, la inquietava. Conosceva i suoi scatti d’ira ed il suo modo brutale di esprimersi e, anche se sapeva che si trattava per lo più di frasi che non rispecchiavano ciò che lui davvero pensava, la ferivano ugualmente. Era difficile per lei creare un confine ragionevole tra quello che razionalmente capiva di lui e quanto effettivamente sentiva nel cuore… la sofferenza che le sue parole le causavano. Perciò, quando raggiunsero la porta bianca che si apriva sulla cucina, si girò di scatto verso Jes (aveva deciso che questo sarebbe stato il suo nome) e, con gli occhi colmi di lacrime, lo supplicò di non entrare e di non peggiorare la situazione. Lui rimase dapprima stupito dalla reazione di lei poi, regalandole una carezza, pronunciò un muto “si” con la testa e si allontanò. Rimase per un po’ lì fuori indecisa se entrare o meno con la mano appoggiata alla porta. Nessun rumore proveniva dalla casa ed era strano a quell’ora del pomeriggio. Premendo leggermente l’aprì. La cucina era completamente al buio e quando Mad girò l’interruttore si rese conto che sua madre aveva lasciato le pentole sul fuoco con il cibo ancora da cuocere. Doveva essere accaduto qualcosa che l’aveva costretta ad uscire. Mad uscì di corsa dalla casa e attraversò il bosco raggiungendo in pochissimo tempo il paese. Quando fu sulla piazza vide un gruppo di persone intorno a sua madre che singhiozzava. Con il cuore che le scoppiava in petto si avvicinò. Sua madre quando la vide si fece largo e le venne incontro. La tenne stretta tra le braccia e le raccontò cosa era accaduto. Suo padre era uscito fuori in barca per ritirare le reti, come faceva ogni giorno, ma al momento del rientro, forse per un malore, era caduto in mare. Gli altri pescatori che avevano assistito alla scena lo stavano cercando in mare ormai da un paio d’ore ma, fino a quel momento, senza nessun risultato. Mad pensò in fretta. Girò lo sguardo intorno fino a quando non scorse Jes vicino al pub. Prese a correre nella sua direzione e, appena l’ebbe raggiunto, gli raccontò tutto quanto. Jes la prese per mano ed insieme raggiunsero la spiaggia dove era custodita la sua attrezzatura. Lui velocemente la indossò, caricò le bombole sulle spalle e si tuffò. Mad rimase lì a guardarlo mentre pinneggiando raggiungeva la roccia del vento...

Fantasmi di spiaggia...

Lui si infilò la maglietta e le disse: " Non ti dirò come mi chiamo ma come gli altri mi chiamano" , dopo un'attimo di silenzio disse: "Gesù!". Lei sgranò gli occhi e guardandolo commentò che doveva essere sicuramente per la dolcezza dei suoi occhi. Lui rise e disse: "Amore mio sono molto meno dolce di quanto tu possa riuscire a vedere, questo nome mi è stato dato per la somiglianza con Colui al quale, purtroppo, assomiglio molto poco!" e proseguì dicendole che un' altra cosa che poteva legarlo a quel nome era una cosa accaduta proprio in quei giorni. Lei continuava a non capire e lo guardava perplessa. Lui la baciò dolcemente e disse: "Hai capito... Maddalena!"
La prese per mano e si diressero verso il paese. Ormai aveva le idee chiare su cosa fare. Entrò nel negozio, prese qualche birra di quelle buone, e si diressero verso casa di Mady. A questo punto lei disse: " Dove vuoi andare?" anche se aveva capito benissimo. "A casa tua naturalmente!" disse lui. "Ma il vecchio ci ammazzerà !" rispose Mad guardandolo con quei suoi occhi dolci. "Bah una volta si deve morire!" disse lui tranquillo. Una volta arrivati Mady appoggiò la mano sulla porta ........



Edito da Anonimo

lunedì 19 maggio 2008

Fantasmi di spiaggia....

Mad lasciò che lui la stringesse a sé. Non fece assolutamente niente per respingerlo anzi… La sensazione del suo corpo caldo contro il suo era qualcosa di così inimmaginabilmente appagante che, in un attimo, dimenticò ogni sorta di timore ed anche di domanda che voleva porgergli. Semplicemente si strinse a lui e sospirò tra le sue braccia di quell’amore sconosciuto che per la prima volta si affacciava nella sua vita. Fecero l’amore nel silenzio di quel bosco e rimasero l’uno nelle braccia dell’altro fino a quando la luce tra gli alberì si affievolì. Stancamente si alzarono da quel giaciglio naturale e, colti improvvisamente dall’imbarazzo della situazione, presero ad occhi bassi a liberare gli abiti da foglie e polvere. Si rivestirono e tornarono nuovamente a guardarsi negli occhi. Lei voleva imprimere bene nella mente i lineamenti di lui, dipingerlo nei suoi ricordi senza perderne neanche una sfumatura, tanto le era chiaro che molto presto lo avrebbe visto scomprarire dalla sua vita… ma non adesso…non ancora. Lo guardò allora sorridendo e gli fece l’unica domanda che per lei aveva un senso…gli chiese …semplicemente il suo nome.

Fantasmi di spiaggia...

Lui la strinse a se poi le disse: "Hey Mady ti sei messa a fare la minatrice? ", nel suo inglese che era tutto un programma. Lei di rimando gli dette due pugni sul petto e si mise a ridere come una bambina. Queste furono le uniche parole che si scambiarono. Il bacio fu lungo e appassionato e, mentre i loro corpi erano attratti vicendevolmente, lui iniziò a togliersi la maglietta. Forse si rendeva inconsciamente conto che quella sarebbe stata la loro unica occasione.



Edito da Anonimo

venerdì 16 maggio 2008

Fantasmi di spiaggia

In quel preciso istante una mano ammantata di un guanto da giardino spuntò da quell'orbita nera.
Mad aveva cominciato a discendere il canalone ma, fatti una decina di metri, si era resa conto che senza una torcia era impossibile proseguire su quel fondo sconnesso. La luce che giungeva da qualche apertura nelle rocce non era sufficiente a mostrarle la strada da percorrere. Il tanfo di quella grotta, quasi dolciastro, era qualcosa di talmente disgustoso che dovette premersi l'avambraccio sul naso mentre risaliva. Per un paio di volte il piede le mancò la presa, cadde sbattendo le ginocchia così che le prese quasi il panico mentre percorreva gli ultimi metri. Le lacrime che a stento tratteneva le pungevano gli occhi, mentre pensava con rammarico che non avrebbe potuto raggiungere la spiaggia ed incontrarlo. Tirò un sospiro di sollievo quando allungando la mano sentì il bordo del canalone ma subitò dopo il cuore le mancò un colpo! Qualcuno dal di fuori le aveva afferrato il polso e la stava trascinando fuori. Con il viso contorto dal terrore uscì nella luce del tardo mattino e dovette socchiudere gli occhi per riuscire a vedere il volto della persona che l'aveva aiutata ad uscire . Quando vide che si trattava di lui come una bambina gli si attaccò al collo ed appoggiò la sua guancia su quella di lui.

fantasmi di spiaggia...

Il ragazzo tolse delicatamente la mano dell' uomo dalla sua spalla e disse guardandolo dritto negli occhi: " this is the life daddy!" e si allontanò lasciadolo impietrito in mezzo alla strada. Mentre si allontanava pensava a cosa sarebbe potuto succedere a Mady quando il padre fosse rientrato ed iniziò a pensare a quello che lui avrebbe potuto fare per Lei. In fin dei conti le aveva dato solo un bacio... beh due. Mentre si allontanava passò vicino alla chiesa ed entrò nella vegetazione per raggiungere più velocemente la spiaggia e farsi una nuotata. In acqua riusciva a pensare con la mente più libera. Ma, fatti pochi passi, sentì degli strani rumori e si diresse verso il punto dal quale questi provenivano.Vide una specie di buco fra dei rovi e vi infilò la testa. Essere due metri più sotto e completamente al buio fu tutt' uno e pensò " Oggi ci mancava solo questa! ". Si alzò e cominciò a ripulirsi ma in quel preciso istante.........

Edito da Anonimo

Fantasmi di spiaggia...

Il ragazzo si sedette su uno scalino lì vicino e fra sé disse " Questa volta ho combinato proprio un bel casino! " e, instintivamente, toccò i due denti di squalo che portava al collo. Si alzò e si diresse nella stessa direzione di Mady. Aveva deciso chi chiamarla così, senza una ragione precisa. Fatto un centinaio di metri si sentì afferrare ad una spalla e si girò repentinamente. Quello che vide lo avrebbe evitato volentieri. L'uomo della barca lo stava trattenendo ed iniziò una litania della quale lui capì solamente "Mad, far away, stop..." e poco altro. Lui anzichè essere intimorito da quel, diciamo così , consiglio, buttò lì con voce ferma "it is impossible i love Mady!". A quel punto l' espressine dell' uomo, se prima era di minaccia, si tramutò in incredulità......


Edito da Anonimo

Fantasmi di spiaggia...

Mad che non si era aspettata quella sortita di lui, svoltò l’angolo con il cuore in gola. Era combattuta tra la paura che qualcuno avesse assistito alla scena del loro bacio e la struggente emozione che aveva provato nel trovarsi tra le sue braccia. Sentiva ancora sulle labbra la pressione di quelle di lui…morbide ma decise. Si fermò in mezzo alla via come se improvvisamente avesse dimenticato qual’era la direzione che doveva prendere, si guardò intorno e… e tornò sui suoi passi.
Al diavolo tutto quanto! Non poteva rischiare che lui scomparisse dalla sua vita senza avergli prima parlato! Lo vide in lontananza dirigersi verso il dirupo che portava alla sua spiaggia. “Pensa Mad!” ripetè tra sé inquieta. Doveva riuscire a raggiungere la spiaggia senza che nessuno la notasse. Finalmente capì cosa doveva fare. Ricordava una vecchia storia di paese, una di quelle che gli anziani raccontavano nelle fredde sere d’inverno davanti ai boccali di birra. Parlavano di un canalone roccioso che gli antichi abitanti del posto usavano per essiccare il pesce e che, con un lungo e tortuoso percorso collegava il bosco alla spiaggia. Narravano di un editto di secoli prima in cui gli allora regnanti facevano divieto a chiunque di entrare o utilizzare quel pertugio pena l’arresto immediato e in alcuni casi la pena di morte. Perciò nessuno lo aveva più utilizzato e nessuno ne sapeva indicare l’esatta ubicazione. Ma lei, lei sapeva benissimo dove si trovava! Lo aveva scoperto anni prima quando ancora bambina ci era quasi sprofondata dentro. Non ne aveva mai parlato a nessuno terrorizzata di poter essere arrestata. Ma adesso, adesso che era adulta, la paura di eventuali conseguenze era irrisoria dinanzi a quella di perdere lui. Tornò velocemente alla Blue-house, si diresse sicura verso il fondo del giardino, indossò i suoi guanti per le rose e comincio a farsi largo sul retro del roseto. Tra l’intreccio dei rovi ritrovò il passaggio e, graffiandosi gambe e braccia ci si intrufolò dentro.

giovedì 15 maggio 2008

Fantasmi di spiaggia...

Tutti quelli che lo conoscevano dicevano che era mezzo matto con quel suo look poco convenzionale ed il suo modo di agire quasi sempre sopra le righe e, questa volta, voleva dimostrare a se stesso che forse non avevano tutti i torti. Quando vide la ragazza uscire di casa la seguì fino al negozio e da dietro le disse: "ciao Mad che bello rivederti!". Lei che sapeva cosa stava rischiando, conoscendo i suoi paesani, non gli rispose ed entrò sbattendogli la porta sul naso, ma con il cuore che era rimasto fuori insieme a lui.La commessa le disse ridacchiando: "Hey Mad chi è quel giovane? Sicuramente non è delle nostre parti!". Lei di rimando: "Non lo conosco! L' ho solamente intravisto ieri sulla spiaggia!". Prese quello che le aveva detto sua madre ed uscì salutando frettolosamente. Lui la stava aspettando dietro l' angolo e quando passò l'afferrò per un braccio e la baciò appassionatamente. Lei ancora un pò sveniva fra le sue braccia e gli disse: "Ma che sei matto!". Lui l' inglese lo conosceva poco ma capì benissimo e vedendo il suo sguardo stava per dirle "Mad ma co..."... che lei era già scomparsa.


edito da Anonimo

Fantasmi di spiaggia...

Si avviò alle scale che conducevano al piano di sotto con la micia che le camminava al fianco. Da basso provenivano i rumori della cucina dove sua madre era intenta, come al solito, alle faccende domestiche. La guardò con tenerezza. Curva sul lavabo, con le mani arrossate dall’acqua fredda, canticchiava tra sé un vecchio motivo. Nonostante l’impietoso segno del tempo e della fatica sul corpo, aveva ancora negli occhi azzurri la vivacità che già aveva notato nelle vecchie foto che la ritraevano, ancora bambina, con i capelli rossi arruffati sulla fronte. Quasi avesse intuito il suo sguardo ed il suo pensiero si girò verso di lei e, studiandone l’espressione, aggrottò la fronte e ridendo le disse: “mmmh Mad che cosa vedo nei tuoi occhi?! Cos’altro hai studiato per far morire di crepacuore quel pover’uomo di tuo padre?”. Mad arrossì violentemente ma fu talmente svelta a girare il volto che sua madre non se ne accorse. “niente ma’! Sto soltanto continuando a scrivere la mia musica e chissà…forse un giorno il mio nome verrà pronunciato alla radio e lui capirà che non sto solo perdendo il mio tempo!”. Poi uscì nel giardino e si diresse sul fondo dove, cespugli di rose gialle, impreziosivano il verde circostante.
Infilò la mano tra i vasi più grandi e ne estrasse un diario avvolto in un foglio di plastica. Si diresse allora nel folto del bosco lontana da occhi indiscreti. Estrasse dalla tasca dei jeans gli spartiti che aveva composto il giorno prima e li aggiunse agli altri. Poi con la penna che era la sua fedele compagna cominciò a scrivere la prima pagina di quel diario che sarebbe diventato nel tempo la cosa più pericolosa della sua vita.

Fantasmi di spiaggia...

Mad si stiracchiò nel letto sorridendo. Pensava a quella nuova giornata alla sua spiaggia ed a lui, già godendosi mentalmente il piacere di rivederlo e di potergli finalmente parlare. Stava allungando le gambe quando un tonfo sordo sul letto e dei passi leggeri sulla coperta la fecero ridere di cuore. Kizzie, la sua gatta, si era accorta del suo risveglio e prontamente le si era avvicinata per ripetere anche quel giorno il solito rito. Con il naso umido appoggiato al suo collo, cominciò a fare fusa e, estraendo e ritirando ritmicamente le unghie delle zampe, sembrò danzare sulla coperta una sorta di tip-tap felino. Mad attese pazientemente che il rito giungesse a termine poi, scostando delicatamente la micia, scese dal letto. Quando aprì le imposte però le si spense il sorriso. Un cielo grigio piombo prometteva una giornata piovosa ed in un attimo scombinò tutti i suoi programmi. Non avrebbe potuto recarsi alla sua spiaggia né tantomeno sperare di incontrare lui.

mercoledì 14 maggio 2008

Fantasmi di spiaggia....

Con lo sfiorarsi inevitabile dei loro corpi lui percepì il suo profumo e pensò a fragranze orientali, delicate ed inebrianti. Aprì gli occhi ma lei era già lontana e si chiese cosa avesse fatto per farla fuggire. " mah!" pensò " vai a capire le donne!" e si girò per recuperare tutta la sua attrezzatura. Fu a quel punto che vide la barca e l' uomo sulla prua che stava calando la catena dell' ancora e capì! Ma, mentre raccattava la sua roba, non poteva fare a meno di pensare a quel profumo e a quel corpo leggiadro che fuggiva via e si ricordò di quella che lui riteneva una stranezza. Lei durante e dopo il bacio aveva tenuto stretti a se un gran numero di fogli che potevano sembrare pagine di un quaderno con strani geroglifici disegnati sopra..........




Edito da Anonimo

Fantasmi di spiaggia...

Quel semplice bacio rubato a fior di labbra ebbe su entrambi lo stesso impatto di una porta improvvisamente spalancata…e, ad un tratto, ciò che li circondava sembrò animarsi dentro di loro.
L’odore ed il movimento lento del mare, il tepore del sole ed i colori di quella boscaglia al limite delle rocce, immagini consuete, assunsero nelle loro menti contorni tanto ben definiti e nuovi per i loro occhi, da sembrare la cornice della fotografia di loro due…l’uno di fronte all’altro; così estranei eppure così vicini. Mad percepì di non essersi mai sentita così viva, così parte del mondo come in quel momento. Non lo conosceva ma al tempo stesso non desiderava niente di più che rifugiarsi tra quelle braccia, lasciando libera quella gioia che la sua vicinanza riusciva a darle. Le sembrava così lontano il suo malumore di quella mattina; quasi che avessero scambiato la sua monotona vita di ragazza di provincia con quella di quel gabbiano libero di volare. E volava Mad…volava ! Ma, il rumore metallico di una catena che veniva fatta scorrere per gettare l’ancora, la riportò alla sua realtà. Lo guardò sorridendogli quell’ultima volta e cominciò a correre verso il viottolo che risaliva alla strada, calcolando il tempo che le sarebbe stato necessario per arrivare a casa prima di suo padre. Voleva evitare che potesse scoprire dove si recava ogni volta che lui si allontanava in mare. Fece il tragitto che la separava dalla Blue-house saltellando in sintonia con il ritmo del suo cuore. Non aveva mai pensato prima di allora che potesse esserci così tanta gioia dentro di lei, così tanta voglia di vivere; e lo doveva solo a lui...

martedì 13 maggio 2008

SEE....

See ho integrato tra loro i nostri post, vedi se ti piacciono così, altrimenti li cambiamo...
Un bacione

Fantasmi di spiaggia...

Quando il sub si liberò della tuta e dell’attrezzatura, Mad si rese conto che si trattava di un ragazzo approssimativamente della sua stessa età. Il giovane moro ed abbronzato le si fece incontro e venne spontaneo ad entrambi sorridersi mai immaginando quanto quell’incontro avrebbe cambiato completamente le loro vite. Ma in quel momento, in quel preciso momento, erano soltanto due giovani ragazzi su una bellissima spiaggia che si studiavano l’un l’altro ancora ignari delle complicazioni che sarebbero sopraggiunte nel tempo. Lui si rese conto che i suoi capelli lunghi e la barba sgocciolante attiravano lo sguardo incuriosito della ragazza e lo rendevano per certi versi interessante e sicuramente non omologato ai soliti schemi. Rimase molto colpito dallo sguardo dolce e un pò svagato di Lei e fissandola a fondo rimase preda della sua dolcezza quasi d' altri tempi e mentre il mare continava a bagnare i suoi piedi, le si fece più vicino e, in un’inglese un po’ imperfetto le chiese il suo nome. “Madleine!” rispose lei… “ma, per gli amici, solo Mad!”. E, mentre lei ancora stava dicendogli il suo nome, istintivamente le prese il viso tra le mani e dolcemente la baciò.....


edito da Anonimo e Paola

Fantasmi di spiaggia...

Cercò di rimanere il più calmo possibile. Si diresse verso la catena dell'ancora e qui per fortuna vi trovò la sua compagna d' immersione. I loro sguardi dicevano tutto e le parole, una volta riemersi, non sarebbero servite. Mentre era in deco ripensò a questa " avventura" che lo riportò indietro nel tempo ad un'altra immersione, lontano dai mari che conosceva, entro i - 18 metri. Era una immersione perciò giudicata facile compiuta con una compagna occasionale, ma anche allora si era trovato nella stessa situazione. La cosa buffa fu che, una volta riemerso, non aveva trovato traccia della sua compagna sulla spiaggia. Ma, tolta l' attrezzatura e la muta, mentre stava tornando indietro, la trovò al confine della boscaglia ancora un pò rincoglionita da quella esperienza.....o almeno questo fu quello che lui pensò...




edito da Anonimo

sabato 10 maggio 2008

Fantasmi di spiaggia...

Si erano tuffati ed erano scesi fino a - 45, quel posto lo conoscevano molto bene. Sapevano dove erano delle splendide gorgonie rosse e gialle, qualche aragosta e con un pò di fortuna, in acque libere, grossi dentici a caccia.Fatto il loro solito giro iniziarono la risalita e, passata la tana delle cernie, si girò e fece cenno alla ragazza che avrebbero dovuto pinneggiare più alti, il computer dava già 15 min. di deco, lei fece OK con la mano e si avviarono.Dopo poco si girò per controllare, come faceva da sempre, ed il suo cuore gli rimbalzò in gola. Lei non era più dietro di lui, erano sempre stati una coppia sub poco ortodossa ma non avrebbe mai pensato di trovarsi in una situazione come quella. Il primo istinto lo portò a fare qualche metro verso il fondo,ma si fermò quasi subito, guardò i suoi strumenti e provò a chiamarla. Il suono gutturale amplificato dall' acqua si sentiva da discretamente lontano. Non respirando ascoltò in silenzio. Niente! Prese allora il piccolo pugnale ed iniziò a batterlo ritmicamante sulla bombola....

Edito da anonimo

venerdì 9 maggio 2008

Fantasmi di spiaggia....

Era ormai quasi ora di pranzo. Mad raccolse i suoi spartiti... i suoi piccoli figli, e cominciò ad incamminarsi quando vide un movimento in acqua. Proprio vicino alla roccia del vento, un sub stava riemergendo ed il boccaglio lasciato libero in acqua gorgogliava rilasciando migliaia di piccole bolle d'aria. Fu in quel momento, quando i loro sguardi si incrociarono, che Mad pensò che la fortuna, forse, le stava sorridendo...

giovedì 8 maggio 2008

fantasmi di spiaggia

Mad era distesa su quella spiaggia ormai divenuta il suo rifugio. Seguiva con gli occhi il movimento lento delle nuvole grigie cariche di pioggia che si spostavano a nord. Era ancora agitata per la furibonda strigliata di suo padre. Lui, da semplice pescatore, non riusciva ad accettare e capire la sua totale dedizione alla musica. Avrebbe voluto che lei, come tutte le altre ragazze di quel piccolo paese, pensasse a farsi una famiglia, avere dei figli e ad accudire suo marito. Trovava il suo talento qualcosa di inutile ed oltremodo offensivo nei suoi confronti. Perciò quella mattina le aveva chiaramente detto che se l'avesse ancora trovata a scrivere la sua musica anzichè cercarsi un lavoro dignitoso ed un fidanzato, avrebbe distrutto la sua chitarra e tutti i suoi spartiti. Mad non riusciva a credere che proprio suo padre, che dapprima l'aveva incoraggiata a seguire questa sua passione, fosse oggi proprio il suo più grande limite. Avrebbe voluto sentirsi dire ben altre cose. Avrebbe desiderato che le fosse permesso di andare a Londra, od in un'altra qualsiasi altra grande città, dove avrebbe potuto mostrare le sue composizioni a persone competenti ed avere conferma delle sue capacità di compositrice. Perciò, quando l'immagine del gabbiano si stagliò contro il cielo denso di nubi, mentre ne osservava il bianco candore del ventre e le lunghe ali che terminavano con delle punte nere simili a frecce, provò nei suoi confronti un'invidia incontenibile. A lui bastava allargare le ali e sfruttare il leggero soffio di vento per allontanarsi da quel luogo e raggiungere posti migliori. A lei invece era necessaria per farlo, una buona idea e tanta, tanta fortuna....

mercoledì 7 maggio 2008

Fantasmi di spiaggia...

Ma nessuno comparve! Il silenzio di quella casa era totale fatta eccezione per lo scricchiolio delle assi sotto i suoi passi e del fruscio dei rami di pino, lasciati liberi di crescere, che sfioravano il tetto. George decise di inoltrarsi in quello stretto corridoio sul fondo del quale si intravvedeva una luce intensa. Il salone, grande, aveva un'ampia vetrata che si affacciava sul giardino incolto e il bosco che lo circondava, era tanto fitto da sembrare un muro invalicabile. Due vecchie poltrone di pelle, piene delle cicatrici che il tempo aveva loro inferto, erano disposte davanti al camino dove giacevano ancora pezzi di legno carbonizzati. Salì le scale che portavano al piano di sopra e istintivamente si diresse verso la stanza sul fondo. Quando aprì la porta rimase per qualche secondo interdetto. Abiti erano sparpagliati ovunque, sul letto ancora intatto e sul pavimento. Quel disordine era qualcosa di stonato, di totalmente estraneo all'armonia dei colori e dell'arredo della camera. Sembrava che chi aveva abitato quella stanza avesse dovuto abbandonarla in fretta. Mentre faceva queste riflessioni rimase con il piede impigliato nel laccio di un vezzoso reggiseno e tale fu l'imbarazzo, la sensazione di aver invaso l'intimità di qualcun'altro che, goffamente, cadde a terra. Stava già rialzandosi quando qualcosa attaccato sotto il comò attirò la sua attenzione. Un fascio di fogli tenuti insieme da un nastro erano fissati al fondo. Fece per staccarli quando gli giusero le voci dei suoi amici che chiamavano a gran voce il suo nome. Non voleva dividere con nessuno il suo segreto, quella sensazionale scoperta. Così usci in fretta e furia dalla camera e dalla casa ripromettendosi di tornarci il giorno dopo da solo...

martedì 6 maggio 2008

SEE....

See ho visto il tuo post ma devo prima scrivere qualcosa per riuscire ad inserirlo, per collegarlo alla storia... Appena posso ti mando una mail sull'indirizzo che mi hai dato con quella che è approssimativamente la trama

sabato 3 maggio 2008

Fantasmi di spiaggia....


George aveva forzato quella porta immaginando come ogni ragazzo della sua età, che al di là di essa potessero essere stati celati al mondo dei tesori... gioielli e monete accumulati in scorribande da antichi pirati o quantomeno armature e spade di antichi cavalieri. Ciò che lo accolse, invece, fu una grande cucina con le mura bianche ormai ingrigite dal tempo, su cui facevano bella mostra utensili di rame. Un bel tavolo di legno massiccio, al centro della stanza, era ancora apparecchiato con tre graziose tovagliette verdi e fucsia sulle quali stoviglie gialle attendevano di essere riempite di cibo. Le pentole appoggiate sulla vecchia cucina di maiolica rossa contenevano ancora residui di cibo ormai mummificato. Gli sembrò quasi di poter vedere i commensali seduti intorno al tavolo mentre attendevano serenamente di consumare la cena familiare. Non fosse stato per il consistente strato di polvere che avvolgeva tutto quanto avrebbe potuto pensare che, da un momento all’altro, qualcuno degli abitanti della casa sarebbe spuntato dal corridoio buio in fondo alla stanza...

venerdì 2 maggio 2008

Fantasmi di spiaggia...

Rilassato sotto lo scroscio della doccia si stava chiedendo,( non che se ne facesse una malattia ma per pura curiosità), dove avesse visto il viso della ragazza ma non riusciva a ricordare. Poi il flash. Una foto! Sì una foto, ma dove? Al bed & brekfast no di sicuro! Giornali? Lui leggeva pochissimo!Internet? "Sì forse internet!" disse fra sé. "Ci sono migliaia di siti, blog ecc. Sì può essere!". Ma le somiglianze, spesso, possono trarre in inganno. Girò lo sguardo verso la finestra e vide uno dei gatti in una chiara posizione di caccia ed esclamò "beato lui che ha la cena già pronta!" e ridacchiò sotto i baffi bagnati..




edito da Anonimo

Fantasmi di spiaggia...

L'altro uomo, intanto, stava tornando a casa senza fretta e questo sembrava capirlo anche il suo vecchio scooter, che lo assecondava in ogni suo movimento mentre la sua mente ritornava, ancora una volta, in quella "blue house" che, nonostante tutto, aveva un suo fascino particolare. Gli ricordava quelle case nel bosco di tante fiabe ascoltate da bambino ma, averla vista con i suoi occhi, la rendeva molto più.... ma non gli venne l'esatta parola per definirla e pensò che la realtà talvolta poteva superare la fantasia. Entrato in casa prese un CD e lo mise nel lettore. Mentre si spogliava sentì l' attacco del pezzo. Era inconfondibile! Aprì la doccia e, letteralmente, vi si immerse mentre il resto della casa era pervaso da quel suono ineguagliabile... "i Pink Floyd sono i Pink Floyd!" pensò.

edito da Anonimo