sabato 21 giugno 2008

fantasmi di spiaggia...

Gli corse incontro per raccontargli quello che era accaduto ma, guardandolo negli occhi, capì che non era il Jess che conosceva. Le sembrava improvvisamente invecchiato e cercò disperatamente di parlargli mentre lui si dirigeva al limite della spiaggia. Jess si tolse la bombola, si spogliò e senza fiatare si diresse verso il mare e, tuffatosi si mise a nuotare lentamente. Un turbinio di pensieri lo stavano tormentando. Quello che era successo era, per il suo modo di vedere, di una gravità impensabile e, d'altra parte, non dirle nulla l' avrebbe indotta a pensare che in acqua si può fare quello che si vuole. Uscì dall' acqua e la vide seduta sulla sabbia che sembrava un gattino bagnato. Si sedette vicino a lei e le chiese se si era dimenticata dei suoi insegnamenti. Lei fece di no con la testa, ma sapeva in cuor suo che quello che aveva fatto nell' immersione era proprio l' esatto contrario. Lui con la massima calma Le disse che non avrebbe mai voluto che lei provasse ciò che lui aveva passato in quei lunghi e infruttuosi minuti di ricerca sott' acqua. Le disse inoltre che forse era meglio che lasciasse perdere le immersioni e si fosse dedicata solo alla sua musica. Per onestà ne avrebbe parlato ai suoi, le disse; ben sapendo che così se ne sarebbe assunto tutta la responsabilità. Ma ormai aveva deciso e nonostante le suppliche di lei, il giorno successivo andò a casa dei genitori di lei. Mentre con suo padre sorseggiavano una birra, gli disse quello che pensava, mentre lei, muta, stava ad ascoltare in disparte. Gli disse inoltre che avrebbe dovuto incoraggiare la passione di Mady perchè in quel posto era un talento sprecato. Lui lo ascoltava interrompendolo ogni tanto perchè spesso non capiva il suo inglese un pò posticcio, mentre Lei, guardandolo negli occhi, accennò un timido sorriso............

Edito da Anonimo

fantasmi di spiaggia....

Mad nuotava dietro di lui e seguiva attentamente il fascio di luce della sua torcia. L'alone chiaro che lo avvolgeva lo faceva assomigliare ad un proiettele nero e lucido che perforasse il mare e, lo spostamento d'acqua che ne seguiva, sembrava metterne in agitazione il cuore. Infatti, contrariamente a quanto si aspettava, la fauna marina di notte era più abbondante e, proprio in funzione della totale assenza di rifrangenza dell'acqua, perfettamente visibile nei colori e nelle forme... era come osservare un bellissimo quadro dove, sullo sfondo scuro, un pittore bizzarro avesse spruzzato un insieme variopinto di pesci. Ma le immagini che osservava, per quanto belle ed emozionanti, non riuscivano a distoglierle il pensiero dall'imminente distacco che avrebbe dovuto affrontare. Quei tre mesi le avevano regalato dei sogni e, dover tornare alla realtà, era qualcosa che le sembrava impossibile da affrontare. Lei avrebbe seguito Jess in capo al mondo se solo lui glielo avesse chiesto... ma Jess era stato irremovibile! Sapeva che lui aveva ragione! Lei doveva cercare di sfruttare a pieno le sue capacità di compositrice; ma se razionalmente questo distacco era accettabile, non altrettanto lo era emotivamente. Perciò nuotava distrattamente priva della solita energia e curiosità, quasi fosse anche lei uno di quei pesci che pigramente si facevano dondolare dall'acqua.
Ad un tratto non riuscì a trattenere le lacrime e dovette fermarsi a ridosso dello scoglio fino a farle defluire sul viso. Quando l'immagine tornò nitida girò lo sguardo intorno a sè ma di Jess non c'era più traccia. Proseguì costeggiando la parete fino al limite convinta di poter scorgere di lì a poco il biancore della sua torcia, ma non fu così. Tornò indietro di qualche metro e cominciò a costeggiare la parete opposta alla precedente. Niente! Solo un buio profondo che la avvolgeva. Pensò freneticamente al da farsi...attendere Jess lì, oppure risalire in superficie. Non le piaceva quel buio, non da sola. Cominciò lentamente a risalire fermandosi di tanto in tanto a fare decompressione come le aveva insegnato lui. Aveva paura e doveva continuamente ripetere nella mente le istruzioni che lui le aveva impartito. Puntò la torcia a qualche metro sopra la sua testa ed improvvisamente notò sulla parete delle scanalature, delle specie di gradini ormai consunti dal tempo. Si avvicinò e, incuriosita da quel particolare passò e ripassò con la torcia la parete. Fu a quel punto che vide la nicchia. Era nascosta dalle gorgonie ma, il riflesso della lampada, le tornò indietro in un bagliore...lo stesso che avevano notato all'inizio dell'immersione. Capì allora di trovarsi proprio dietro la roccia del vento sul lato interno e non visibile dal mare.
Scostò con la mano le gorgonie e punto la luce direttamente dentro il pertugio. La scatola argentea era incastrata nella roccia. Fissò la lampada alla cintura e prese a tastare la parete fino a quando riuscì ad infilare entrambe le braccia dentro la nicchia. Afferrò la scatola ma, quando fece per estrarla la mano destra le rimase incastrata tra la scatola e la roccia. Provò a tirare senza risultato. Era immobilizzata alla parete. Si guardò intorno sperando di veder comparire Jess al suo fianco, ma niente di tutto questo accadde. Cominciò a tremare poi, si fermò immobile e mentalmente si impose di calmarsi. Riflettè qualche secondo poi ruotò la mano di qualche millimetro e finalmente la scatola si mosse e lei potè estrarla fuori. La appoggiò alla parete tenendola ferma con il suo corpo, afferrò la lampada e cominciò ad osservarla. Era poco più grande di una scatola da scarpe e, non fosse stato per la saldatura che, simile ad una cicatrice la attraversava orizzontalmente, avrebbe pensato che fosse un blocco unico. Controllò gli strumenti e si accorse di non avere ancora molta aria a disposizione. Riprese a fare decompressione...1, 2 minuti....il tempo sembrava dilatato e l'attesa insopportabile. Risalì ancora di qualche metro puntando la torcia sopra la sua testa... mancavano ormai solo gli ultimi quattro metri, ma non sapeva dove sarebbe sbucata. Quando finalmente riuscì ad emergere si trovò all'interno della grotta.
Appoggiò la scatola su quella che le sembrò una piccola spiaggia di sassolini ed uscì dall'acqua. Si liderò delle bombole della maschera e delle pinne e si sdraiò. Quando tornò a sedersi riaccese la torcia ed incominciò ad esplorare intorno a sè. Era come trovarsi in un tunnel verticale dove per metà lo spazio fosse occupato dall'acqua. Sopra la sua testa la scalinata proseguiva il suo percorso all'asciutto tra le rocce ma, nel buio della notte, era difficile capire se esistesse o meno un uscita più in alto. Non aveva aria sufficiente nelle bombole per tornare in acqua e, certamente, non poteva scendere in apnea quei 14 metri di mare e risalirli dall'altro lato per tornare in spiaggia.Si augurò che quel canalone fosse quello che narravano le credenze popolari...Abbandonò la scatola e l'attrezzatura su quell'improvvisata spiaggia e prese a salire tra le rocce. Era stanca per l'immersione e le ci vollero una ventina di minuti per raggiungere la cima del canalone. Girò la torcia intorno e sopra la sua testa, ma non riuscì a distinguere niente di più di scure rocce appuntite. Poi, una luce flebile come una candela attraverso una tela, le indico l'unico punto che collegava all'esterno. Si fece largo tra i rovi senza troppa difficoltà e si trovò dietro il roseto della sua casa. Cominciò a saltellare felice per lo scampato pericolo e per la gioia di aver trovato ciò che fin da bambina desiderava scoprire....quel passaggio dalla sua casa al mare!Ad un tratto si ricordò di Jess, lui sicuramente la stava cercando... Prese quindi il viottolo per tornare in spiaggia. Quando giunse al limitare del bosco, proprio sopra il dirupo che scendeva in spiaggia, lo vide uscire dall'acqua... Teneva le spalle basse come se vi portasse sopra un gran peso...poi la vide e sembrò rilassarsi...

venerdì 20 giugno 2008

Fantasmi di spiaggia...

Era tra le sue braccia ed avrebbe voluto che tutto questo non avesse mai fine. Ma realisticamente pensò alla sua partenza imminente e, a malapena, riuscì a dire: “Mady io…” che lei lo guardò facendogli cenno di tacere. Entrambi sapevano quello che stava accadendo e lei lo pregò di andare in acqua. Jess si girò chiuse gli occhi e rimase immobile per molti minuti osservando un punto inesistente all’orizzonte. Poi ripreso il controllo di sé stesso torno a voltarsi verso di lei e, muovendo lievemente la testa, le fece capire che era ora di prepararsi. Continuò ad osservarla verificando mentalmente che Mad compisse tutte le operazioni che le aveva insegnato, anche se sapeva che non era più necessaio. Ma, più che tenerla d’occhio, in realtà la osservava soprattutto per ricordarsela come era in quel momento; bella come una moderna Valchiria mentre con le sue armi stava per sfidare Poseidone. Scivolarono lentamente in acqua, accesero le loro torce e si immersero.La vide sgranare gli occhi quando, illuminando la parete, la luce della torcia fece risaltare i colori naturali di quel mondo sommerso. Durante il giorno non era così! Improvvisamente Mad fu attratta da un bagliore diverso, qualcosa che aveva notato anche la prima volta che si erano immersi, un luccichio argenteo…
Anche Jess, che la stava osservando, puntò la sua torcia verso quel punto ed il bagliore fu ancora più intenso. Si fecero un cenno ed insieme si avvicinarono alla fonte di quell’innaturale riflesso di luce. Era una semplice scatola di lamiera o, almeno, così sembrava.
Con la mano le fece cenno di proseguire. Ne aveva viste a centinaia buttate a mare da chissà chi, e la cosa lo disturbava da sempre in maniera insopportabile. Non riusciva a capire come si potesse mancare di rispetto al mare ed a tutte quelle forme di vita che si celavano nelle sue profondità. Si ripromise quindi di raccoglierla e portarla a riva durante il ritorno. Continuarono il loro giro........


edito da anonimo

giovedì 19 giugno 2008

Fantasmi di spiaggia...

Non ne avevano parlato. Per tutto il giorno si erano comportati come se il tempo a loro disposizione non fosse giunto al termine. Avevano nuotato, fatto l’amore, giocato, progettato come sempre il futuro, senza mai fermare il pensiero a quello che sarebbe accaduto l’indomani. Jess aveva deciso che quella notte avrebbero fatto la loro prima immersione notturna. Adesso conosceva bene quei fondali e Mad era abbastanza esperta per seguirlo in questa nuova avventura. Era un’emozione che desiderava regalarle perché le facesse compagnia quando lui, l’indomani, si sarebbe imbarcato su quel traghetto ed avrebbe dovuto lasciarla sola su quel molo. Così, mentre il pomeriggio stava volgendo al tramonto e la luce rosata colorava la sabbia e le rocce ammorbidendone i contorni, Jess e Mad erano intenti a controllare l’attrezzatura ed inseguivano in silenzio ognuno i propri pensieri. Mad alzava di tanto in tanto lo sguardo e lo osservava non vista. Desiderava imprimersi bene nella mente il suo viso e mentre lo faceva sentiva salire dentro di sé la tenerezza ed allo stesso tempo la malinconia. Trattenere le lacrime le costava uno sforzo enorme ma si era ripromessa di lasciargli di sé soltanto il ricordo della sua allegria e della sua curiosità per la vita, non certo il suo disappunto per la fine del loro tempo insieme. Lui, d’altronde, teneva la mente impegnata a quelle operazioni per evitare di pensare a quanto lei gli sarebbe mancata. Ma era un ragazzo pratico e sapeva che la distanza tra i loro paesi era qualcosa che non avrebbero potuto risolvere…almeno non in quel momento della loro vita. Completate le operazioni di verifica sull’attrezzatura sedettero sulla sabbia di nuovo uno al fianco dell’altro. Rimasero ad osservare il sole tuffarsi in mare tenendosi abbracciati. Poi lentamente si sdraiarono e cominciarono a fare l’amore con una passione ancora più accesa del solito. Era la loro ultima volta…

Fantasmi di spiaggia...

Quella sera Mady era più raggiante del solito ed il solo vederla in quello stato lo rendeva particolarmente falice. Come al solito si distesero sulla spiaggia e avvicinandosi a lui gli disse quasi come fosse un ordine: " Jess voglio avere un bambino da te!". Lui si girò impassibile e con calma rispose: "Mady, noi potremmo avere già concepito un bambino! Il nostro slancio nei rapporti è stato tale che non abbiamo mai pensato che a noi stessi e potrebbe essere accaduto. Ma, anche se così non fosse, con te vorrei concepire dieci piccoli Mady e Jess!". "Allora sei d' accordo! Ti amo Jess...!" e lo baciò. "No Mady non sono d' accordo per..." lei lo interruppe. "Non capisco Jess! Prima dici una cosa... poi un' altra. Allora non mi ami?". "Oh no Mady! Ti dicevo che non sono d' accordo! Lascia che ti spieghi... credo che non dovresti interrompere il viaggio musicale che hai intrapreso. Che dovresti farti conoscere e non rimanere qui dove non hai futuro, ed inoltre..." e qui fu realistico, quasi brutale: "Io fra poco non sarò più quì, non potrò essere al tuo fianco e non potrei aiutarti in alcun modo!". Mady aveva gli occhi lucidi. Lo guardò dritto negli occhi e gli disse secca: "Ti amo per questo! Tu non racconti bugie!". Cominciò a baciarlo dolcemente, lui la lasciò fare.........


edito da Anonimo

mercoledì 18 giugno 2008

Fantasmi di spiaggia...

I giorni di quella estate erano passati velocemente…troppo velocemente! Mad e Jess li avevano condivisi tra sogno e realtà quando, nelle notti più calde, erano rimasti sulla spiaggia l’uno abbracciato all’altro ed avevano sognato di poter fermare il tempo a quell’istante magico in cui, nessun’altra sensazione o pensiero al di là di quella serenità che vivevano in quel momento, riusciva a farsi posto nella loro mente o nel loro cuore. Attendevano accoccolati insieme che giungesse l’aurora ed ogni volta ne rimanevano stupiti ed affascinati. Quel biancore perlaceo che avvolgeva la spiaggia e la rendeva quasi eterea. Il nascere leggero di ombre come disegni appena abbozzati e che nel volgere di pochi minuti, con l’avvicinarsi dell’alba, assumevano contorni sempre più nitidi e precisi, li faceva sentire spettatori di un miracolo. Loro quel miracolo lo percepivano era certo e reale…lo sentivano dentro di loro. La vita che procedeva senza mai fermarsi; e loro, come tutto il resto d’altronde, solo puntini microscopici dentro quella vita.
E, in quei momenti, la gioia di viverla quella vita era così forte che traspariva negli occhi e li rendeva lucidi dell’emozione di condividerla insieme. Ancora ricchi di quella sensazione si avviavano insieme in acqua e silenziosamente si immergevano quasi come Dei che appartenevano al mare ed al mare tornavano…

giovedì 12 giugno 2008

SEE....

Ciao See, ho integrato il tuo post con qualche frase.... sai sono una romanticona:)) fammi sapere se ti piace
Un bacione

Fantasmi di spiaggia...

Uscirono dall'acqua ed in silenzio si avviarono verso la spiaggia. Si spogliarono, si sdraiarono uno vicino all'altra senza dire una parola e, trascorso diverso tempo, lui le disse: "Adesso sei contenta? Hai finalmente raggiunto il tuo scopo!". Lei lo fissò negli occhi e domandò a sua volta: "Che cosa vuoi dire?". "La grotta Mady... la grotta!". Lei lo abbracciò confidandogli: "L' ho sempre cercata da terra Jess, ma sapevo dai racconti dei nostri vecchi, che dal mare sarebbe stato più facile. Ed è stato così grazie a te! Ma non ho ancora trovato quello che cercavo, l' uscita sulla terra ferma." "Ma perchè ti interessa tanto?" insistette lui. Lei sospirò profondamente come persa in un ricordo e rispose: "Si narrano strane cose, forse solo leggende, ma io voglio vedere se c'è anche una parte di verità in quelle storie!". Jess prese allora a raccontarle di grotte e di passaggi tra le rocce visti nei mari di casa sua. Di ancore Fenice adagiate sui fondali e di anfore ritrovate su antiche navi Romaniche. Le narrava l'emozione che aveva provato tenendole tra le mani e di come ogni volta avesse tentato di immaginare gli uomini che le avevano utilizzate a quei tempi, la loro vita e le loro storie. Li aveva immaginati attraversare quei mari e talvolta aveva potuto udire le loro voci tra le onde... quasi che loro, come quelle anfore, fossero rimasti da sempre lì prigionieri e padroni di quel mare a lui tanto caro. Più raccontava e più Mady si incuriosiva e si affascinava ai suoi racconti. Continuava a fargli domande e, come una bambina, teneva gli occhi spalancati in attesa del successivo racconto o rivelazione. L'entusiasmo di Jess per il mare, per l'esplorarne le profondità era tale che a Mad cominciarono a brillare gli occhi quasi avesse potuto rivivere, attraverso i racconti di lui, lei stessa quelle emozioni. Jess sorrise. Lo sguardo di Mad era la risposta che stava cercando. Adesso sapeva che Mad avrebbe amato il mare così come lui e come lui lo avrebbe rispettato. Un giorno, quando lui non sarebbe più stato al suo fianco, lei avrebbe continuato ad esplorarlo. Ed ogni volta lo avrebbe ricordato per questa sua passione...

Edito da Anonimo

martedì 10 giugno 2008

Fantasmi di spiaggia...

I capelli di Mad fluttuavano nell'acqua mentre lei precedeva Jess di pochi metri. A tratti le immagini del fondale che le scorrevano davanti agli occhi la catturavano così tanto che lui doveva esortarla a proseguire battendo leggermente la mano sulla sua spalla. Fu proprio in uno di quei momenti, mentre girava il volto verso di lui cercando di liberarsi dei capelli che ondeggiavano davanti al suo viso, che Mad colse un bagliore a qualche metro sopra le loro teste.
Ma fu solo per un attimo e non ebbe il tempo di capire da quale punto esattamente proveniva. Perciò non ritenne opportuno farne cenno a Jess e proseguì inoltrandosi sempre più all'interno della grotta. Jess la teneva costantemente d'occhio e contemporaneamente controllava quel tratto d'acqua intorno a loro. Non conosceva quei fondali nè tanto meno le insidie che potevano nascondere, perciò nuotava lentamente osservando con attenzione gli spuntoni di roccia e cercando di memorizzarli nella mente. Dopo circa mezz'ora di immersione Jess fece cenno a Mad che era tempo di risalire...

lunedì 9 giugno 2008

Fantasmi di spiaggia...

Lui l' aiutò e, fatto il primo tratto in superficie, scesero lentamente a pochi metri. Si inginocchiarono uno di fronte all' altra e, fatti i dovuti controlli alle attrezzature, continuarono a scendere con Mady che stringeva sempre di più la sua mano. Buttò un occhio al computer e vide che era ora di stabilizzarsi; per la prima volta quindici metri erano più che sufficenti! Le fece il cenno convenuto e lei, da brava scolara, iniziò a gonfiare il GAV poi, lentamente, iniziarono a girare intorno allo scoglio del vento. Visto uno scoglio piatto le fece cenno di fermarsi, si inginocchiarono e vide gli occhi di lei come non li aveva mai visti. Erano indescrivibili, l' immagine della felicità e non resistette. Le tolse il respiratore e la baciò rimettendole subito dopo il boccaglio. Pensava di vederla in difficoltà, arrabbiata, invece fece un mezzo sorriso e a sua volta gli tolse il respiratore che, cadendo verso il basso, fece una nube di bolle. Questa volta lei ebbe un sobbalzo mentre udiva la risata di Jes amplificata dall' acqua. Poi lui deglutì un pò di acqua e se lo rimise in bocca, si rimisero in assetto e ripartirono. Jess era tranquillo... Mady era un' ottima scolara ed a un certo punto lasciò la sua mano, guardandola le fece cenno che avrebbe nuotato dietro di lei che gli dette l' ok e così proseguirono...

edito da Anonimo

lunedì 2 giugno 2008

Fantasmi di spiaggia....

Il grande giorno era arrivato! Il giorno precedente, di ritorno dall'ospedale, Jess le aveva comunicato che l'attrezzatura per lei era pronta e che il mattino seguente, mare permettendo sarebbero scesi insieme. Mad, come una bambina la notte di Natale, non era riuscita a dormire combattuta com'era tra la voglia di affrontare questa nuova esperienza e la paura atavica di trovarsi tutta quell'acqua sopra la testa a dividerla dall'aria. Ma non avrebbe rinunciato comunque! Così, quella mattina, aveva attraversato il bosco e sceso quel dirupo con un fremito nel cuore che, di tanto in tanto, l'aveva costretta a fermarsi e prendere un respiro profondo prima di muovere altri passi. Era arrivata alla spiaggia prestissimo e, nell'attesa che Jess la raggiungesse, aveva percorso avanti ed indietro quei pochi metri tra la battigia e la roccia del vento osservando l'acqua scura ai suoi piedi. Il mare era calmo e la temperatura piacevole, ma la paura...la paura le gelava il sangue e le faceva salire brividi lungo tutto il corpo. Si ripeteva mentalmente che non correva alcun rischio con Jess al suo fianco ma, non appena riusciva a calmarsi un pò, si ritrovava di nuovo a guardare quel buio profondo nel quale presto si sarebbe immersa e ricominciava a tremare. Non fosse stato per il sorriso tranquillo e rassicurante che Jess aveva stampato in volto forse non avrebbe mai affrontato quella prova. Ma lui arrivò su quella spiaggia carico di attrezzatura e con un turbante bianco sulla testa ironicamente indossato per emulare i beduini nel deserto. Mad quando lo vide esplose in una fragorosa risata ed in un attimo tutte le sue ansie furono fugate. Gli si avvicinò saltellandogli intorno stampandogli baci leggeri su quel poco del suo viso che non era stato inglobato nel turbante. Lui le sorrise e non appena ebbe le braccia sgombre l'abbracciò stretta a sè e le sussurrò all'orecchio "Ci siamo amore!". Nel tempo che seguì lui la aiutò ad indossare la muta e le spiegò ancora accuratamente che cosa avrebbe dovuto fare. Si avviarono fianco a fianco in acqua...

fantasmi di spiaggia....

Erano stanchi, sudati; lei lo guardò e disse che doveva scappare a prendere il bus per l' ospedale e mentre ancora si vestiva la vide che correva leggiadra come una farfalla verso il paese. Jess si finì di vestire poi, come preso da un raptus, si tolse tutto e corse verso il mare. L' acqua fredda gli penetrò nella carne come artigli, iniziò a nuotare con calma. Arrivò allo scoglio del vento e girò per tornare a riva quando gli sembrò di vedere qualcosa di strano nella parete rocciosa sotto il pelo dell' acqua, un riflesso, un.. ma non capiva e tornò a riva . Mad lo trovò al portone dell' ospedale e chiese stupefatta: "Ma... ma come hai fatto ?". "Autostop!" disse telegrafico, la baciò e salirono insieme. Il vecchio era steso sul suo lettino con la moglie vicina. Jes pensò che, vedendolo così a prima vista, non sembrava stare troppo male, al di là del braccio e qualche costola rotta. Nel sentire la voce di Mad il vecchio alzò gli occhi. Nel suo sguardo passò una nota di curiosità quando si accorse della presenza di Jes... ma non era più uno sguardo ostile. Jes prese la palla al balzo e gli chiese come si sentiva. "Molto meglio" rispose "E questo grazie anche a te!". Jes annuì col capo e gli disse di essere convinto che sarebe successo la stessa cosa a parti invertite e che entrambi erano figli del " Grande Padre"."Di chi ?" chiese il vecchio sentendosi preso in giro. "Del mare papà!" gli spiegò Mady con un tono di voce che sembrava più quello di una madre che di una figlia.

Edito da Anonimo