martedì 30 settembre 2008

Fantasmi di spiaggia...

Il viaggio in autobus da Cork a Dublino fu interminabile ma bellissimo. Le campagne tutto intorno erano spettacolari. Le immense distese di verde erano punteggiate da mucche e pecore che pigramente brucavano tutto quel ben di Dio; oppure se ne stavano sdraiate in circoli stretti, come vecchie comari che spettegolano. Era divertente provare ad immaginare le loro conversazioni…”hai saputo che oggi Violet ha mangiato troppa erba medica e le è venuta una pancia…” sorrise tra sé come fosse ancora una bambina. Si divertiva a lasciare alla mente la libertà di giocare…un modo come un altro per non lasciare all’ansia modo di ingrigire i suoi sogni. Attraversarono diversi graziosi paesi dove le costruzioni colorate sembravano disegni di bambini. Lei rimase affascinata dalla cura che di volta in volta gli abitanti avevano messo nell’apporre insegne…era tutto così armonioso! “Chissà se anche Dublino e’ così?” si chiese.
L’autobus raggiunse il capolinea e si allineò agli altri che lì attendevano di ripartire. Erano da poco passato mezzogiorno e Mad cominciava a sentire fame ma, non appena ebbe svoltato l’angolo, si sentì come trascinata da quel fiume di gente che frettolosamente camminava sui marciapiedi. Era così diversa dalla sua città. Al silenzio quasi religioso di Cobh, Dublino contrapponeva una cacofonia di suoni fatta di voci, di clacson e del rumore dei mezzi che transitavano sulle strade. Era tutto così grande lì che per un attimo si senti sopraffatta e spaventata. Sarebbe riuscita a trovare lo studio in tempo?. Proprio in quel momento cominciò a piovere e mentre cercava riparo sotto la tettoia di un albergo un’immagine la bloccò. Al di là della strada vide Jess. Aveva il suo Zaino in spalla e cercava di riparare con il braccio la testa dalla pioggia. Mad si avviò al centro del marciapiedi per tentare di attraversare la strada ma, il via-vai degli autobus e delle auto glielo impedì. Provò a chiamarlo ma il rumore nascose la sua voce poi, quando tra un autobus e l’altro riuscì di nuovo a vedere quel punto, lui era ormai scomparso.

Fantasmi di spiaggia...

“Jenny, aspettami che ti accompagno!” le disse quasi a volersi far perdonare. “ ok ma muoviti, io sono quasi pronta!”.Uscì al volo dal sacco a pelo e si tuffò sotto la doccia. Si stava asciugando quando sentì la porta chiudersi. “Jenny!” chiamò. Lei dalle scale gli disse che era in ritardo e che si sarebbero visti la sera e agguinse: “Nel caso tu voglia rimanere!”, e andò via.Si vestì. Era indeciso sul da farsi, uscì in strada e si mise a passeggiare distrattamente. La città non gli piaceva paricolarmente, ma prese tempo per decidere e si sedette in un parco. Pensava alle due ragazze. Mady animo di artista e sognatrice. Quando pensava a lei gli tornavano alla mente tutti i bei momenti trascorsi insieme e la tentazione di prendere e tornare era forte.Jenny invece, concreta e discreta, non gli chiedeva niente. Era tentatodi aspettarla ma, disse fra se, “Perchè rovinare tutto!”. Si alzò, tornò all' appartamento, prese la sua roba e scrisse due righe: " Ciao Jenny spero di poterti rivedere… " ed un numero di telefono, per quel che poteva servire ed uscì....


Edito da: anonimo

lunedì 29 settembre 2008

Fantasmi di spiaggia...

Uscì di casa frettolosamente dicendo alla madre che si recava a Cork per un colloquio di lavoro. Girò intorno alla Blue-house e recuperò gli spartiti della canzone per Jess che aveva nascosto sotto il cespuglio di rose e li infilò sotto il giacchetto. Il freddo pungente di quel mattino la costrinse a stringercisi dentro più che poteva mentre si recava nella piccola stazione. Erano pochissimi i passeggieri in attesa del treno; lei ed un piccolo gruppo di turisti che tornava a casa. Il tempo di attesa le parve infinito tanto era impaziente di arrivare a Dublino e registrare la sua canzone. Chissà se Jess era già ripartito per l’Italia…Jess…era per lui che faceva tutto questo! Sognava che un giorno lui, ascoltando la sua canzone, avrebbe potuto riconoscere nelle sue strofe tutto l’amore che lei provava per lui. Il treno arrivò sbuffando e lei vi salì piena di speranza.

Fantasmi di spiaggia...

Jess percepì il calore del suo corpo accanto al suo ed istintivamente disse: “ Mad smettila ho ancora sonno!”. La ragazza, con voce risentita, gli rispose: “Non sono Mad, sono Jenny!: Jess si girò e chiedendole scusa le disse che non conoscendo il suo nome aveva tirato ad indovinare. Lei, di rimando, disse: “ Bugiardo! Anche nel sonno hai fatto questo nome! Chi è lei ? E’ quella speciale ?” Jess la baciò sfiorandole appena le labbra e fece si con la testa. Poi le fece un breve riassunto della loro intensa storia e, mentre parlava, si rese conto che nonostante fossero abbracciati nessuno dei due faceva il passo successivo. Le fu grato per questo.Jenny ascoltava rapita e quando lui ebbe finito esclamò : “Siete stati veramente fortunati. Non è facile trovare il vero amore!” Si scostò da lui e gli disse che doveva andare a lavorare.


Edito da: Anonimo

sabato 27 settembre 2008

Fantasmi di spiaggia....

Mad aprì gli occhi e prese ad osservare rapita l'effetto dei raggi di sole che filtravano dalla finestra, su quei granelli di polvere sospesi nell'aria. La stanza sembrava avvolta in una rete sottile di pulviscolo dorato che ammorbidiva i contorni dei mobili che l'arredavano. Fantasticò con la mente di essere Alice nel paese delle meraviglie. Era così che si sentiva quella mattina....una specie di giovane esploratrice in procinto di fare grandi cose! Indugiò ancora un pò nel letto accoccolata nel tepore delle coperte. Poi lentamente prese a stiracchiarsi ritirando poi velocemente le gambe ogni volta che sfioravano i lati freddi del lenzuolo. Rideva Mad....rideva nel cuore di tutte quelle sensazioni che la facevano sentire viva e vitale. Improvvisamente scostò le coperte e scese dal letto. La pelle le si increspò in mille puntolini per il freddo ma, velocemente, entrò sotto la doccia e si lasciò andare al piacere dell'acqua bollente sulla pelle. Mentre l'acqua lavava via gli ultimi residui di sonno, Mad, schematicamente disegnò nella mente quella che sarebbe stata la sua giornata. Avrebbe preso il treno per Cork e poi di lì un autobus fino a Dublino. Calcolò che avrebbe raggiunto Dublino nel primo pomeriggio ed avrebbe avuto a sua disposizione circa tre ore per visitare lo studio di incisione prima di dover riprendere l'autobus che l'avrebbe riportata a Cork. Sapeva che il tempo a sua disposizione era pochissimo ma non voleva insospettire suo padre...

Fantasmi di spiaggia....

Disteso sul sacco a pelo non riusciva a chiudere occhio, mentre sentiva il respiro di lei che si era fatto regolare in quel preciso istante. Pensò che non le aveva neanche chiesto come si chiamava. Fantasticò su tutti i nomi che gli passavano per la mente quando esclamò a mezza voce: " Mady...". Lei si girò, bofonchiò su qualcosa e riprese il suo sonno tranquillo. Jess chiuse gli occhi e iniziò a pensare ai giorni passati ed a tutto quello che era successo. Mad era sempre nei suoi pensieri; lei ed il " grande padre ", ll mare dove il loro amore era nato e cresciuto. Le immagini nella sua mente stavano scorrendo come in una vecchia pellicola, quando dolcemente si addormentò.




scritto da: Anonimo

venerdì 26 settembre 2008

Fantasmi di spiaggia...

Aveva appena finito di scrivere quelle due frasi che la penna le scivolò dalle mani. Cominciò a tremare ed a sentirsi sopraffare dall’ansia di quel distacco. Le lacrime scivolavano dolcemente sulle sue guance arrossate, mentre il petto si abbassava ed alzava ritmicamente scosso dai singhiozzi.
Ruotò il dorso della mano e prese a strofinarsi gli occhi tentando di arginare così quel flusso incontrollabile, ma sembrava un’impresa impossibile. La camera le appariva, attraverso quel velo liquido, sfocata e sbiadita quando, improvvisamente, il bagliore della luna attaverso il vetro la calmò. Era una luna tonda grande e dorata che occupava gran parte della visuale della finestra. Sorrise! Prese ad osservarla e si accorse che quell’immagine così familiare bastava a farla sentire un po’ meglio. Certo! Nessun mare per quanto grande avrebbe mai potuto separarla da Jess! Loro due erano anime affini, capaci di osservare la luna tuffandocisi dentro con la fantasia. Le loro menti avevano spaziato empaticamente insieme per mesi e si erano così tanto infiltrati l’uno nelle sensazioni dell’altro, assimilando ed alimentando reciprocamente emozioni, fantasie e sensazioni che, alla fine, qualcosa di Jess era rimasto in lei e qualcosa di lei era partito insieme a lui. Adesso capiva che si sarebbero appartenuti per sempre quale che fosse il destino loro riservato. Prese di nuovo tra le mani la conchiglia, la carezzò come avrebbe carezzato lui e sorrise ancora. Ciò che li aveva uniti era qualcosa che andava al di là dell’amore tra un uomo ed una donna. Nessuno di loro due aveva mai desiderato possedere l’altro od i suoi pensieri….loro erano un unico pensiero rivolto alla vita ed a tutte quelle sfumature che il mondo loro intorno offriva a chi aveva occhi per vedere e cuore per sentire….l’amore per la vita era lì dentro di lei….ancora dentro di lei.
Si svestì lentamente mentre nella sua testa i programmi andavano ordinandosi…..l’indomani, per prima cosa, si sarebbe recata a Dublino…

Grande See....

..........grazie See....grazie di aver capito..... e scritto questo nuovo episodio!
Spero di riuscire a scrivere il mio entro stasera....
Un'abbraccio forte!

Fantasmi di spiaggia...

I due entrarono nel piccolo ma ordinato monolocale. Jess buttò da una parte gli zaini e si guardò intorno. Si girò e chiese alla ragazza dove avrebbe dovuto dormire e lei, mentre si stava togliendo la giacca, gli indicò un' angolo vicino al letto e sparì dietro l' unica porta senza dire una parola.Si sentiva lo scorrere dell' acqua e, Jess, pensò che si stesse facendo la doccia; nel frattempo, lui, stava preparando il suo inseparabible sacco a pelo.
Appena ebbe finito di distenderlo sul pavimento cercò un pò di acqua, bevve e si sdraiò pensieroso.Lei rientrò praticamente nuda. Gli si avvicinò e, mentre si infilava una camicetta, gli domandò come mai fosse così. “Così come ?” chiese lui. “Assente!” disse la ragazza. “Niente!” disse lui svogliatamente “E’ solo che la mia vacanza è finita e la strada per casa è ancora molta!”. E, per interrompere quella conversazione, le chiese: “Dove posso offrirti una birra?”. Lei finì di vestirsi e gli fece cenno di seguirla.Il pub era molto vecchio; lo si capiva dagli arredamenti e da quel non so che di vissuto che si respira all' interno di certi locali. Si sedettero ed ordinarono due " scure " mettendosi poi a parlare del più e del meno. Lei gli disse che lavorava non lontano da lì e che amava ciò che faceva. “E tu?” chiese lei all’improvviso.
“Ho girellato per un bel pò di tempo ed ho incontrato molta gente. Adesso è tempo che rientri a casa!”“Hai incontrato qualcuno speciale?” chiese lei. “Si!” rispose secco lui. Poi aggiunse con dolcezza: “Anche tu a modo tuo sei speciale! Mi hai ospitato senza sapere chi sono e da dove vengo! Si, sei speciale!”.
“ Grazie!” disse lei arrossendo un pò.....


scritto da: Anonimo

martedì 9 settembre 2008

see...

Caro See,

sono appena tornata dall'Irlanda ed ho visto i luoghi di Mad e Jess!!! Non puoi immaginare l'emozione che ho provato...è stato come se improvvisamente i personaggi della nostra storia si materializzassero davanti ai miei occhi ed io potessi osservare quei luoghi percependoli come se mi appartenessero davvero! Sai è buffo ma Cobh è proprio come il paese di Mad....un'isolotto di pescatori con una grande chiesa nella piazza che confina con un fitto bosco di alberi. Chissà se inoltrandomi avrei potuto trovare la Blue-house....magari...
Ma posso garantirti che il viaggio di ritorno da lì a Dublino l'ho vissuto con il cuore di Mad...una sottile malinconia per una solitudine non desiderata e...e la speranza di trovare a Dublino la porta aperta sui sogni!!!
Ti mando un bacio ed un abbraccio!
Paola